The leap of fish that dream of flying
The Veneto Po Delta – a UNESCO World Heritage Site – is a vast natural area in northern Italy where the Po River meets the Adriatic Sea near Venice.
Spanning 18,000 hectares, it supports a community of about 73,000 people.
Human settlements have had to adapt to the ever-changing morphology of a landscape shaped by the interaction of river, land, and sea, constantly threatened by floods and subsidence. The local population has passively suffered exploitation—from Venetian aristocrats to methane extraction and the unfulfilled promises of a 1950s thermoelectric power plant. Today, the community seeks redemption through the sustainable redevelopment of the former power plant into an eco-friendly tourism model, a symbol of the transition toward a sustainable future.
But the rebirth of the Delta is clashing with the tangible consequences of the climate crisis. Rice production—a key crop for the local economy—is drastically declining due to drought and the intrusion of saltwater into the river, leading to irrigation problems. Shellfish farming—a source of livelihood for many families—is being severely challenged by the spread of the blue crab, an invasive species that is destroying marine ecosystems, encouraged by rising water temperatures.
Moreover, scientific reports from Nature, Climate Central, and the IPCC warn that if sea levels continue to rise by around 10 centimeters per year due to glacier melt, vulnerable areas like the Po Delta could be submerged by 2050.
This alarming scenario highlights the urgent need for action to protect both this territory and its community.
Il salto dei pesci che sognano il volo
Il Delta del Po Veneto, Patrimonio Mondiale UNESCO, è una delle aree naturali più suggestive del nord Italia.
Qui, dove il grande fiume incontra il Mar Adriatico, si estende un territorio di 18.000 ettari abitato da circa 73.000 persone. Un paesaggio fragile e in continua trasformazione,
modellato dall’equilibrio delicato tra acqua dolce e salmastra, terraferma e mare, da sempre esposto a inondazioni e fenomeni di subsidenza.
Nel corso della storia, la popolazione locale ha affrontato varie forme di sfruttamento: dal dominio dell’aristocrazia veneziana all’estrazione intensiva di metano, fino alla costruzione di una centrale termoelettrica negli anni Sessanta. Oggi, quella stessa centrale è al centro di un progetto di riqualificazione che punta a convertirla in un polo turistico a basso impatto ambientale, simbolo di una transizione verso un futuro sostenibile.
Ma la rinascita del Delta si scontra con le conseguenze tangibili della crisi climatica. La produzione di riso, coltura chiave dell’economia locale, è in drastico calo a causa della siccità e dell’intrusione di acqua salata nel fiume con conseguenti problemi di irrigazione.La molluschicoltura – fonte di sussistenza per tante famiglie – è messa a dura prova dalla proliferazione del granchio blu, una specie invasiva che sta distruggendo gli ecosistemi marini, favorita dal riscaldamento delle acque. Inoltre, i rapporti scientifici
di Nature, Climate Central e IPCC avvertono che: se il livello dei mari continuerà a salire di circa 10 centimetri l’anno a causa dello scioglimento dei ghiacciai, aree vulnerabili come il Delta del Po potrebbero finire sommerse entro il 2050.
Questo scenario allarmante sottolinea l’urgente necessità di intervenire per proteggere sia questo territorio che la sua comunità.